Isabella Raccanello            ISIS Kennedy di Monselice
docente di storia dell'arte


mostre

film - libri

 

 

 


LETTERA  APERTA  AI  MIEI  ALUNNI

L’arte in tempo di crisi: taglia, cuci, rattoppa e … prega

L’ondata di sdegno che sta dilagando nei confronti dei tagli al mondo della scuola decisi in finanziaria, appare agli studenti difficilmente comprensibile grazie anche alle dis-informazioni dei media che il più delle volte semplificano la notizia con una battuta sul grembiulino, come se questa valanga di decreti –dei quali siamo comunque  sempre in attesa e speriamo entro il prossimo giugno di capire come funzionerà il voto in condotta- riguardasse solo il mondo delle scuole elementari.
Mi ha stupito trovare nei giorni più intensi della contestazione, quando gli studenti in tutt’Italia organizzavano manifestazioni, i miei alunni tutti in classe, ma ancora di più mi ha veramente sorpreso la richiesta emersa dai rappresentanti di classe durante un consiglio riassumibile in queste battute ”siamo stanchi di essere indottrinati, vogliamo costruirci le nostre idee, non parlateci più di riforma”.
Al che  è venuto  subito da chiedere come fosse possibile costruirsi delle idee senza informarsi, senza leggere, nemmeno se costretti dal progetto “quotidiano in classe” un giornale, senza intercettare tra un tronista e un isolano un telegiornale?
Qualsiasi persona di buon senso -compresi gli insegnanti definiti più volte in questi mesi dal ministro Brunetta nelle sue quotidiane sparate fannulloni, evasori che si arricchiscono lavorando in nero con le ripetizioni o, quando andava meglio, una casta di privilegiati - ritiene corretto l’intento del governo di razionalizzare e accorpare con l’obiettivo di risparmiare, ma qualsiasi azione deve aver ben chiaro un progetto e non può basarsi solo sugli effetti della  cesoia  della finanziaria sulla quale poi, come un puzzle, si assemblano i decreti ottenendo alla fine una riforma dell’istruzione.
E così nell’incertezza generale, negli interventi dei  politici di qualsiasi schieramento, si vomitano sugli interessati, cioè voi ragazzi ci tengo a chiarirlo molto più di noi insegnanti, orari di 32 ore settimanali, no anzi 30 per tutti ad eccezione dei tecnici, che però saranno convertiti in scuole di alta specializzazione tecnologica, ma senza laboratori perché quelli saranno specificità dei professionali.
Quindi via alcune materie, togliamo un’ora qui, due là, troppo inglese, troppe scienze, questo non ci sta, l’altro sfora e voilà dal grande pentolone la famigerata riforma.
Da tutte le voci di questo coro mediatico solo una materia rimane immune e non si tocca, sia chiaro. Quasi una parola d’ordine, sicuramente  una certezza: l’ora di religione che, a prescindere dal numero di esoneri, rimarrà una per classe (mi riferisco solo alle superiori, alle elementari sono  2 su 24: l’8,3 per cento dell’orario curricolare), poiché è l’insegnante di religione che viene attribuito rigidamente alla classe. Questo vuol dire che c’è sempre, anche se solo uno studente della classe opta per l’insegnamento della religione, anche se ci sono due classi con dieci studenti ciascuna che scelgono la religione, queste non si possono accorpare per quell’ora, ma avranno un’ora in ogni caso attribuita a ciascuna.
 Insegno storia dell’arte, non passa giorno che non spieghi almeno una pala d’altare o un’altra opera della devozione cristiana e, visto che per la mia materia è prevista una consistente riduzione oraria nei licei e l’eliminazioni dai tecnici, a chi mi chiede se sono preoccupata o cosa farò rispondo “mi riclerò nell’ora di religione sperando nell’idoneità all’insegnamento che solo la Cei può rilasciare”.
 
Confidando nella misericordia divina,
                                  Vs prof.ssa Isabella Raccanello

dicembre 2008
raccisa@tin.it

 


scrivi
 


esercitazioni


progetti



 

viaggi d'istruzione

 

 

     storia dell'arte                                                                                                                                                      ©raccisa 2007